Le hyangga (향가?, 鄕歌?) sono poesie coreane scritte in caratteri cinesi e hyangchal sotto il Silla unificato e il primo periodo Goryeo. All'epoca moderna ne sono giunte venticinque: 14 datate VI-IX secolo, trascritte nel Samguk yusa, e 11 risalenti al X secolo raccolte dal monaco Gyunyeo.[1]
Caratteristiche
Scritte in hanja seguendo il sistema di trascrizione hyangchal, si ritiene che le prime hyangga risalgano al periodo Goryeo e adottino uno stile di scrittura nato precedentemente ma ormai in declino. Nel tardo IX secolo, il primo ministro della regina Jinseong di Silla, Wihong, e il monaco Taegu Hwasang avevano realizzato una raccolta di hyangga intitolata Samdaemok, che tuttavia andò perduta.[2]
Le hyangga superstiti, in numero di venticinque, sono state registrate nel Samguk yusa (14) e nel Gyunyeojeon di Gyunyeo (11). Diciotto di esse hanno temi buddisti, mentre un altro argomento dominante è la morte, trattandosi di eulogie a monaci, guerrieri e parenti defunti.[3]
Struttura
La struttura delle hyangga non è chiara. Hyŏngnyŏn Chŏng, biografo di Gyunyeo, ha fornito l'unico riferimento contemporaneo,[4] commentando che "la loro poesia è scritta in cinese in righe pentasillabiche ed eptasillabiche, [mentre] le nostre canzoni sono scritte in vernacolare in tre gu e sei myeong".[5] Cosa intendesse con "tre gu e sei myeong" rimane un mistero; Peter H. Lee lo interpreta come "strofe di tre versi lunghe sei frasi ciascuna",[5] mentre Alexander Vovin ne dà una traduzione più letterale con "tre strofe, sei nomi".[4]
Facendo seguito agli studi condotti dal linguista Shinpei Ogura negli anni Venti,[6] le hyangga superstiti sono state tradizionalmente classificate in tre categorie: quartina singola usata nelle canzoni popolari; due quartine; oppure dieci versi in due quartine e un distico conclusivo, la forma di hyangga più sviluppata.[5] Questa classificazione è stata messa in discussione dagli accademici coreani a partire dagli anni Ottanta,[7] e una nuova ipotesi proposta da Kim Sung-kyu nel 2016 ha suggerito che le forme di hyangga fossero soltanto due: quartina singola oppure due terzine.[8] Kim considera i due versi consecutivi nella forma in dieci versi come un verso lungo con cesura, e il cosiddetto distico "conclusivo" delle hyangga in dieci versi come ritornello per ciascuna delle strofe, formando così due terzine che condividono le righe finali.[9] Kim sostiene inoltre che le hyangga a otto righe siano tali solo perché una riga è andata persa durante la trasmissione da una generazione all'altra.[10]
Le due ipotesi sono così illustrate usando il componimento Je mangmae ga, scritto per il funerale della sorella dell'autore:[11]
- Lettura in dieci versi
1 | 生死路隱 | 2 | 此矣有阿米次肹伊遣 | 3 | 吾隱去內如辭叱都 | 4 | 毛如云遣去內尼叱古 | 5 | 於內秋察早隱風未 | 6 | 此矣彼矣浮良落尸葉如 | 7 | 一等隱枝良出古 | 8 | 去奴隱處毛冬乎丁 | 9 | 阿也 彌陀刹良逢乎吾 | 10 | 道修良待是古如 |
| 1 | Il sentiero della vita e della morte | 2 | ti faceva tanta paura quand'era qui | 3 | da partire e non riuscire a dire | 4 | neanche le parole "io vado"? | 5 | Come foglie che fluttuano e cadono di qua e di là | 6 | ai primi venti acerbi dell'autunno, | 7 | derivando da un ramo | 8 | senza sapere dove andiamo. | 9 | Ah, aprirai la strada e aspetterai | 10 | me, per incontrarci nella terra pura. |
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- Lettura in sei versi
1 | 生死路隱此矣有阿米次肹伊遣 | 2 | 吾隱去內如辭叱都毛如云遣去內尼叱古 | 3 | 阿也彌陀刹良逢乎吾道修良待是古如 | 4 | 於內秋察早隱風未此矣彼矣浮良落尸葉如 | 5 | 一等隱枝良出古去奴隱處毛冬乎丁 | 6 | 阿也彌陀刹良逢乎吾道修良待是古如 |
| 1 | Il sentiero della vita e della morte ti faceva tanta paura quand'era qui | 2 | da partire e non riuscire a dire neanche le parole "io vado"? | 3 | Ah, aprirai la strada e aspetterai me, per incontrarci nella terra pura. | 4 | Come foglie che fluttuano e cadono di qua e di là ai primi venti acerbi dell'autunno, | 5 | derivando da un ramo, senza sapere dove andiamo. | 6 | Ah, aprirai la strada e aspetterai me, per incontrarci nella terra pura. |
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Lista
Hyangga nel Samguk yusa Titolo traslitterato | Italiano | Autore | Data | Righe[12] | Libro |
Hyeseong ga[13] | Canzone di una cometa | Mastro Yungcheon | ca. 594 | 10 | 2:228 |
Seodong yo[14] | Canto di Seodong | Mu di Baekje | ca. 600 | 4 | 2:98 |
Pung yo[15] | Ode a Yangji | anonimo | ca. 635 | 4 | 4:187–188 |
Won wangsaeng ga[16] | Preghiera a Amitāyus / Ode alla vita eterna | Gwangdeok o sua moglie | ca. 661–681 | 10 | 5:220 |
Mo Jukjilang ga[17] | Ode al cavaliere Jukji | Deugo | ca. 692–702 | 8 | 2:76–78 |
Heonhwa ga[15] | Dedicazione del fiore | un mandriano anziano | ca. 702–737 | 4 | 2:79 |
Won ga[18] | Rimpianto | Sinchung | ca. 737 | 8 | 5:232–233 |
Chan Gipalang ga[19] | Ode al cavaliere Gipa | Mastro Chungdam | ca. 742–765 | 10 | 2:80–81 |
Dosol ga[20] | Canto del paradiso Tuṣita | Mastro Weolmyeong | ca. 760 | 4 | 5:222 |
Je mangmae ga[21] | Requiem per una sorella morta | Mastro Weolmyeong | ca. 762–765 | 10 | 2:79–80 |
Do Cheonsu Gwaneum ga[22][N 1] | Inno all'osservatore saggio dai mille occhi | Huimyeong[N 2] | ca. 762–765 | 10 | 3:158–159 |
Anmin ga[24] | L'arte di governare | Mastro Chungdam | ca. 765 | 10 | 2:79–80 |
Ujeog ga[25] | Incontrare i banditi | Mastro Yeonghae | ca. 785–798 | 10 | 5:235 |
Cheoyong ga[26] | Canto di Cheoyong | Cheoyong | ca. 879 | 8 | 2:88–89 |
Hyangga composti da Gyunyeo[27] Titolo traslitterato | Italiano |
Yekyeong Jebul ga | Venerazione dei Buddha |
Chingchan Yorae ga | In lode aTathagata/Buddha |
Gwangsu Gongyang ga | Offerte abbondanti a Buddha |
Chamhoe Opjang ga | Pentimento dei peccati e punizione |
Suhui Kongdeok ga | Rallegratevi delle ricompense della virtù |
Cheongjeon Beopyun ga | La ruota girevole della legge |
Cheongbul Juse ga | Supplica alla venuta del Buddha |
Sangsun Bulhak ga | Fedele osservanza degli insegnamenti del Buddha |
Hangsun Jungsaeng ga | Armonia costante con le altre creature |
Bogae Hoehyang ga | Salvezza di tutti gli esseri viventi |
Chonggyeol Mujin ga | La conclusione eterna |
Note
- Esplicative
- ^ Nota anche come Cheonsudaebiga (천수대비가?, 千手大悲歌?).[23]
- ^ Una donna che viveva nel villaggio di Hangi a Gyeongju. Lo compose pregando Cheonsugwaneum, un Guanyin con mille mani e occhi, al tempio Bunhwangsa per conto del proprio figlio di cinque anni, cieco. Si racconta che grazie a quest'opera il bambino abbia infine cominciato a vedere.[23]
- Fonti
- ^ Lee e Ramsey, p. 57.
- ^ Lee, p. 68.
- ^ Lee, p. 83.
- ^ a b Vovin, p. 17.
- ^ a b c Lee, p. 69.
- ^ Sung 1988, pp. 157-158.
- ^ Sung 1988, pp. 157-163.
- ^ Kim, p. 194.
- ^ Kim, pp. 183-193.
- ^ Kim, pp. 194-203.
- ^ Tradotto dal coreano riportato in Sung 2006, p. 282.
- ^ Koo, pp. 198–199.
- ^ Lee, p. 74.
- ^ Lee, pp. 70–71.
- ^ a b Lee, p. 71.
- ^ Lee, pp. 74–75.
- ^ Lee, p. 72.
- ^ Lee, pp. 72–73.
- ^ Lee, pp. 77–78.
- ^ Lee, pp. 71–72.
- ^ Lee, pp. 75, 77.
- ^ Lee, p. 79.
- ^ a b (KO) 희명, su encykorea.aks.ac.kr.
- ^ Lee, pp. 78–79.
- ^ Lee, pp. 79–81.
- ^ Lee, pp. 73–74.
- ^ Koo, p. 200.
Bibliografia
- (KO) Seong-kyu Kim, 향가의 구성 형식에 대한 새로운 해석, in Korean Language and Literature, vol. 176, Society of Korean Language and Literature, settembre 2016, pp. 177–208.
- (EN) Hung Seo Koo, Teaching Classical Korean literature: HYANG'GA, in The Korean Language in America, vol. 3, 1999, pp. 193–208, JSTOR 42922241.
- (EN) Peter H. Lee, Chapter 3: Hyangga, in A History of Korean Literature, Cambridge, Cambridge University Press, 18 dicembre 2003, pp. 66–87, ISBN 978-1-139-44086-8.
- (EN) Ki-Moon Lee e S. Robert Ramsey, A History of the Korean Language, Cambridge University Press, 2011, ISBN 978-1-139-49448-9.
- (KO) Ho-kyung Sung, 향가 연구의 함정과 그 극복 방안, in Korean Language and Literature, vol. 99, Society of Korean Language and Literature, giugno 1988, pp. 153–163.
- (KO) Ho-kyung Sung, <제망매가(祭亡妹歌)>의 시세계, in Korean Language and Literature, vol. 143, Society of Korean Language and Literature, settembre 2006, pp. 273–304.
- (EN) Alexander Vovin, Man'yōshū (Book 1): A New English Translation Containing the Original Text, Kana Transliteration, Romanization, Glossing and Commentary, BRILL, 23 marzo 2017, ISBN 978-9-0043-4670-3.
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