Evangeliario longum

Evangelium longum
manoscritto
Tuotilo, piatto anteriore dell'Evangelium longum
Operaevangelistario
AmanuenseSintram
Epoca895
Lingualatino
ProvenienzaAbbazia di San Gallo in Svizzera
Supportopergamena
RilegatureRealizzate da Tuotilo. Legno di quercia (39,8 x 23,5 x 1,8 cm) con incavo per la tavoletta d'avorio (32 x 15,5 x 0,9-1,2 cm), cornice in lamina d'oro sbalzata, decorazioni in pietra cesellata, filigrana, smalto dorato.
Scritturacarolina
Dimensioni39.5 × 23.2 cm
Pagine305 (308)
Fogli154
UbicazioneSan Gallo, Biblioteca dell'Abbazia di San Gallo, Cod. Sang. 53
Versione digitale[1]
Manuale

L'Evangeliario longum è un manoscritto miniato realizzato nell'abbazia di San Gallo, dov'è tuttora conservato nell'annessa biblioteca, col numero di codice 53.

Tuotilo, piatto posteriore dell'Evangelium longum
Evangelium longum, f. 6

Le Cronache di San Gallo, nella parte opera di Eccardo IV[1], riportano l'occasione precisa che vide la nascita di quest'opera: Attone I di Magonza, divenuto arcicappellano dei sovrani franco-orientali, accompagnò in Italia il re Arnolfo all'inizio dell'894, affidando a Salomone III, abate di San Gallo dall'874 e vescovo di Costanza, fino al suo ritorno, tutti i suoi preziosi: giunta la (falsa) notizia della morte di Attone, diffusa da lui stesso nel contesto di una speciale amicizia che li legava, l'abate decise di far rilavorare i preziosi, trasformandoli in oggetti di uso liturgico.

Salomone possedeva due dittici in avorio, uno intagliato e l'altro liscio: quest'ultimo venne affidato a Tuotilo, che «era eloquente, brillante nel canto, un artista elegante nell'arte del cesello e nella pittura, un musico come i suoi compagni ma superiore a tutti nel suonare ogni tipo di strumenti, a corda e a fiato», in questo realizzò una Maiestas Domini, con al centro Cristo tra cherubini con i simboli degli evangelisti e le personificazioni del sole, della luna, della terra e dell'oceano. Nel piatto posteriore sono su due registri l'Assunzione della Vergine e San Gallo che porge un pane all'orso, il testo venne scritto dall'amanuense Sintram, e Salomone stesso miniò le iniziali L e C delle pagine 7 e 11; infine Salomone fece decorare le tavolette della legatura con l'oro e le pietre preziose di Attone. All'opera contribuì con 12 denari Amata, una donna nota da un documento del 903.

Note

  1. ^ Gian Carlo Alessio (a cura di), Eccardo IV di San Gallo, 22, in Cronache di San Gallo, traduzione di Gian Carlo Alessio, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2004, pp. 93-95, ISBN 88-06-17085-6.

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