Divertimento (musica)
Il termine divertimento (o divertissement), nella sua accezione musicale, può indicare soprattutto due modalità di composizione.
Il divertimento come composizione autonoma
In senso lato di composizione autonoma, un divertimento è una suite di brani puramente strumentali in sequenza libera, dal carattere per lo più scorrevole e leggero, in questo senso affine e talvolta indistinguibile dalla serenata, dalla cassazione, dal capriccio e dall'allettamento.[1] La definizione di divertimento viene citata per la prima volta nell'opera Il divertimento di Grassi, musiche da camera o per servizio di tavola (1681) e nei Divertimenti per camera di Gaetano Boni (1717). Come le altre citate, anche il divertimento fu una forma musicale in voga sino a tutto il XVIII secolo: spesso i divertimenti venivano commissionati ai compositori da nobili o ricchi borghesi per celebrare una laurea, un matrimonio, o una promozione lavorativa. Esempi in questo senso sono la serenata composta ed eseguita da Bach nel 1717 in occasione della nascita del principe ereditario, il Divertimento K 113 (1771) e il Divertimento K 334 (1779) di Wolfgang Amadeus Mozart. In tempi recenti, questo concetto di divertimento venne ricontestualizzato e riutilizzato da Béla Bartók nel suo Divertimento per archi. Nel Novecento il serioso prende spesso il sopravvento sul leggero, come evidenziano i divertimenti di Ferruccio Busoni e Albert Roussel.
Il divertimento nella fuga
In senso tecnico-compositivo, si parla di divertimento come sezione di una fuga, e precisamente quella sezione che ha il compito di fare da transizione:
- fra l'esposizione e la prima riesposizione
- fra due riesposizioni consecutive
- fra una riesposizione e il pedale di dominante che prelude agli stretti
- più di rado, fra uno stretto e l'altro.
Questa accezione tecnica della parola "divertimento" contempla un'estensione che dalla fuga va alla forma-sonata bitematica tripartita (esposizione-sviluppo-ripresa): i singoli periodi dello sviluppo possono essere considerati divertimenti, il cui tratto d'identità è dato dal diverso frammento di materiale dell'esposizione di volta in volta scelto per essere elaborato e - appunto - sviluppato durante il singolo divertimento.
Il divertissement nell'opera francese
Nell'opera francese, col termine di divertissement si definivano, di solito, le parti danzate (con intervento o meno anche del canto) che erano di prammatica nella tragédie e nella comédie lyrique, e forme simili, come interludio o a chiusura degli atti. Nell'opéra-ballet le parti danzate avevano carattere più ampio e diffuso, in un certo senso, strutturale.
Note
- ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol.IV, pag.214-215
Voci correlate
- Musica da tavola
Collegamenti esterni
- (EN) divertimento, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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